di Martina Trincia
Il sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) italiani è stato protagonista al Parlamento Europeo a Bruxelles in occasione del panel sulla “Verticalizzazione della Formazione Professionale in Europa: il sistema ITS, una storia italiana di successo”. Un evento voluto e organizzato dall’onorevole Elena Donazzan, che ha acceso i riflettori su un modello formativo sempre più strategico.
In quanto responsabile della di Civitavecchia per l’ITS Caboto e parte della Rete ITS Italia, guidata dal presidente Guido Torrielli, ho avuto il privilegio di partecipare a questa importante discussione. L’incontro ha ribadito con forza un concetto fondamentale: gli ITS non solo creano una verticalizzazione della formazione, ma aprono un dialogo cruciale tra le istituzioni europee, nazionali e regionali. Questo dialogo è essenziale per integrare scuole, imprese e territorio, formando i giovani per affrontare le nuove sfide industriali, ambientali e digitali.
La Formazione Professionale: Un Pilastro per il Futuro e il “Diritto a Restare”.
È doveroso sottolineare che la formazione professionale, rappresentata dagli ITS, non è una “seconda scelta” rispetto all’università, ma una componente fondamentale e insostituibile per il tessuto sociale ed economico italiano. Un concetto ribadito anche dalla vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna, che ha sottolineato come gli ITS contribuiscano a concretizzare il cosiddetto “Diritto a restare”. Gli ITS, infatti, si pongono come una politica complementare a quelle già attuate dall’Europa a livello regionale e locale, a sostegno dei nostri territori. Questo perché conoscono molto bene il tessuto sociale e la vocazione territoriale, e grazie a questa conoscenza profonda, riescono a difendere e valorizzare le peculiarità locali.
Gli ITS hanno la capacità unica di comprendere a fondo le esigenze del territorio in cui operano, formando figure professionali altamente qualificate e rispondendo direttamente alle carenze di competenze delle imprese. Le imprese, infatti, fungono da vero e proprio “termometro” per orientare e migliorare i percorsi formativi.
Un Nuovo Patto Educativo Sociale per l’Europa.
Di fronte a una crescente carenza di capitale umano e alla necessità di non “perdere” i giovani, è imperativo che l’Europa, nella prossima programmazione FSE 2028-2035, destini fondi significativi a questo “nuovo patto educativo sociale” incarnato dagli ITS. I nostri Istituti formano figure professionali complete, dotate sia di hard skill (teoria e pratica) che di soft skill, essenziali nel mondo del lavoro contemporaneo.
Gli ITS rappresentano un approccio rivoluzionario all’istruzione. Durante il panel, è stata sottolineata l’importanza di rafforzare ulteriormente il “sistema” attraverso il modello 4+2, e di consentire che i fondi destinati agli ITS vengano impiegati non solo per la creazione di laboratori all’avanguardia, ma anche per l’edilizia, con l’obiettivo di realizzare campus moderni e accoglienti. Questi spazi, in linea con il Piano Mattei, potrebbero ospitare anche studenti provenienti dall’estero, promuovendo uno scambio culturale e formativo sempre più ampio.
La partecipazione al Parlamento Europeo ha rafforzato la convinzione che gli ITS siano un’eccellenza italiana da valorizzare e sostenere a livello europeo, per costruire un futuro in cui la formazione professionale sia riconosciuta come volano di crescita e innovazione.