Ugo Salerno, presidente di Rina, lancia una provocazione: è davvero possibile costruire e far navigare navi a propulsione nucleare? La risposta, sorprendentemente, è sì
Il problema delle emissioni
La transizione verso una propulsione navale a basse emissioni di carbonio è una sfida cruciale. Le fonti rinnovabili e i combustibili alternativi non sono sufficienti per soddisfare le esigenze della flotta mondiale.
Il potenziale del nucleare
L’energia nucleare si presenta come una soluzione promettente. I piccoli reattori modulari (SMR) offrono navigazioni prolungate senza necessità di rifornimento, una vita utile di 50-60 anni e la possibilità di essere utilizzati anche per fornire energia a comunità costiere.
Un nuovo modello di business
Salerno propone un modello innovativo: gli impianti nucleari non sarebbero di proprietà degli armatori, ma di aziende specializzate che venderebbero l’energia alle navi e si occuperebbero della manutenzione e dello smaltimento degli impianti.
Rina in prima linea
Rina, in collaborazione con Fincantieri e Newcleo, è già al lavoro su uno studio di fattibilità per la propulsione navale nucleare, utilizzando SMR raffreddati a piombo.
La sfida dell’accettabilità sociale
La principale sfida rimane l’accettabilità sociale del nucleare. È necessario un impegno maggiore nella comunicazione e nella divulgazione, soprattutto verso le nuove generazioni, per spiegare in modo chiaro e trasparente i vantaggi e i rischi di questa tecnologia.